«Humanae Vitae: 50 anni dopo» è una serie di dodici programmi nei quali degli esperti in questioni di fede, di morale e di medicina riflettono sull’Enciclica scritta da Papa San Paolo VI. Cinquant’anni dopo la sua pubblicazione, Humanae Vitae continua a dare luce riguardo al valore sacro della vita, al ruolo della donna nella società, al vero amore tra i coniugi e a molti altri temi importanti che permettono di definire questo documento come una voce veramente profetica che, con dottrina chiara, illumina su questioni così discusse ai nostri tempi.

Intervengono in «Humanae Vitae: 50 anni dopo»: P. José Granados, DCJM, Vice Presidente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II; P. Pedro Fernández, O.P., teologo; Costanza Miriano, giornalista; Valerio Larosa, avvocato; Dott.ssa Helena Marcos, medico specialista in naprotecnologia; Dott.ssa Gabriella Salvatori, medico anestesista; Dott.ssa Pilar León, Commissione deontologica e di etica medica presso la Clinica dell’Università di Navarra (Spagna).

Humanae Vitae: Guardare al futuro

Il tempo ha dimostrato il valore profetico dell’Enciclica «Humanae Vitae» la quale non è, come si potrebbe pensare, un testo superato, ma un testo molto attuale e necessario, perché la Chiesa ha molto da dire sul controllo della natalità e sul valore sacro della vita umana. In mezzo alla nostra povertà risplende il progetto di Dio, che ci indica che la felicità sta nell’ascoltarLo e nel fare la Sua volontà. Ci aiuta in questo il discernimento della moralità, perché non tutto ciò che è possibile scientificamente è lecito secondo la legge di Dio. Dobbiamo ponderarlo alla luce della rivelazione per sapere se è lecito secondo Dio o no, e cambiare la nostra condotta quando è necessario.

Humanae Vitae: Segno di contraddizione

Paolo VI era consapevole che «Humanae Vitae» sarebbe stata un «segno di contraddizione», e questo sia per il suo tempo sia per il nostro. Con voce profetica avvisò – con anni di anticipo – sui molti mali che sarebbero seguiti alla normalizzazione della contraccezione: l’abuso sulla donna, l’aumento del numero di aborti, il ridotto rispetto alla vita, il degrado morale... Ma c’è una conseguenza ancora più grave e pure annunciata: l’allontanamento dal progetto e dalla volontà di Dio creatore, che creò e chiamò l’essere umano a un amore più grande e a una donazione totale. La contraccezione porta gradualmente a trattare l’altro come un oggetto, non con amore personale.

Humanae Vitae: Donazione totale

San Paolo VI affrontò nell’«Humanae Vitae» anche la riflessione sulla liceità del ricorso ai periodi infecondi (cfr. HV 16). La Dott.ssa Marcos, specialista di Naprotecnologia, contribuisce con un apporto particolarmente prezioso al riguardo, corroborata da altri esperti che intervengono e spiegano come la chiave sta nel comprendere che i metodi naturali sono aperti alla vita, e che chi li usa rispetta la volontà di Dio. In una donazione totale di sé non si separano i due significati dell’unione coniugale – unione e procreazione – ma si rispetta l’altro coniuge, si ama veramente l’altro.

Humanae Vitae: Liceità dei mezzi terapeutici

Non tutto ciò che è possibile a livello terapeutico è lecito. Atti come l’aborto o l’eutanasia sono atti intrinsecamente cattivi, ai quali non si può mai fare ricorso. Tuttavia ci sono mezzi terapeutici che possono provocare – come effetto secondario e non voluto – l’infecondità dell’atto coniugale, la sterilità o persino la morte del bambino che una madre porta nel suo grembo, ma che possono essere usati. È necessario conoscere i criteri che fanno diventare un atto terapeutico lecito o illecito. Perciò esperti in medicina, famiglia e teologia morale in questo programma danno risposte a queste domande così importanti per i nostri tempi.

P. Pedro Fernández, O.P., conclude questo programma ricordandoci che, malgrado siano leciti certi atti che porteranno alla morte del bambino in gestazione, ci sono stati, e continuano ad esserci nell’attualità, donne eroiche che scelgono di salvare la vita dei loro figli. La Chiesa ha riconosciuto la santità di varie di loro.

Humanae Vitae: Mezzi illeciti e loro conseguenze

L’Enciclica «Humanae Vitae» condannò in modo chiaro e rotondo l’uso di vie illecite per il controllo delle nascite. San Paolo VI non solo si manifestò, ancora una volta, contro l’aborto, ma contro «ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione» (HV 14). Il ricorso alla contraccezione non solo rende infecondi gli atti coniugali, ma è un modo in cui la coppia sposata dice a Dio: «Non ci fidiamo di Te», con serie ripercussioni sulla fede dei coniugi e sulla relazione stessa tra gli sposi.

Humanae Vitae: la paternità responsabile

Ogni nuova vita è un dono di Dio. In questo programma, esperti nel tema della famiglia e del matrimonio riflettono su tutto quanto esige una vera paternità responsabile, come, innanzitutto, conoscere il progetto di Dio, che implica che la finalità dell’atto coniugale non sia solo unitiva, ma anche procreativa. Il dono del figlio è qualcosa che oltrepassa l’uomo se egli non conta sull’aiuto di Dio. Da lì la necessità, come indica alla fine del programma P. Pedro Fernández, O.P., del fatto che i coniugi si mettano in ginocchio, preghino e chiedano a Dio luce per conoscere la Sua volontà e per agire in accordo con essa.